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A COSASERVE IL LINGUAGGIO

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nel " Il maestro " Agostino d'Ippona (354-430) immagina, secondo l'esempio dei dialoghi platonici, di cercare la verità in un dialogo serrato con il figlio Adeodato. nel passo che apre l'opera si anticipa già la conclusione: il linguaggio non serve a trasmettere la conoscenza, ma a richiamare alla mente ciò che è già depositato nella nostra anima.

ALLA SCUOLA DI GESU'

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Origene (182-254) succeduto a Clemente alla guida del Didaskaleion di Alessandria, ha scritto alcuni commenti ai Vangeli, nel libro " commento a Matteo ", nel quale descrive il rapporto tra il maestro e i suoi discepoli, un rapporto che va imitato, cercando Gesù nei propri cuori, come un maestro interiore, o richiedendo lumi a chi, nel corpo della Chiesa funge da maestro. citazioni del Vangelo di Matteo: 18; 18,1; 18,20: si avvicinarono a lui i discepoli , ovvero gli scolari pongono i loro problemi a al maestro (Gesù) avviciniamoci a Gesù che è presente dove due o tre sono radunati nel suo nome ,ed è pronto con la sua presenza e le nostre capacità, ad illuminare i cuori di coloro che vogliono mettersi alla sua per la comprensione dei quesiti. non è poi un male avvicinarsi ad uno dei maestri stabiliti da Dio nella Chiesa e porre a lui una domanda analoga: chi è il più grande del regno dei cieli?

LA CASA COSTRUITRA SULLA ROCCIA E LA CASA COSTRUITA SULLA SABBIA

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Gesù Cristo ricorre spesso alle parabole, che usano esempi concreti per rendere immediatamente comprensibili concetti complessi. Cristo paragona l'uomo che ascolta la parola di  Dio a colui che costruisce casa sulla roccia e quindi resiste alle avversità della vita, e l'uomo che si chiude al messaggio divino a colui che invece costruisce sulla sabbia. PARABOLA: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i f

L'EDUCAZIONE NELLA CIVILTA' MUSULMANA

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L'Arabia pre-islamica è abitata soprattutto da tribù di beduini. Il paese viene unito dalla diffusione di una nuova fede, l'islam, predicata dal profeta Maometto, che presenta questa religione come il perfezionamento dell'ebraismo e del cristianesimo.   I precetti fondamentali del Corano, il libro sacro dell'islam, sono la professione di fede, la preghiera 5 volte al giorno, la carità, il digiuno nel mese di ramadan, il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita. Il Corano non è solo un libro religioso, ma anche un testo pedagogico che trasmette precetti ai bambini maturi e agli adulti.

L' EDUCAZIONE NELL'ALTO MEDIOEVO

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Per frenare la decadenza culturale alcune personalità si impegnano in un'opera di conservazione del sapere. Boenzio compone opere dedicate alle arti del trivio e del quadrivio. Anche Marziano Capella valorizza il ruolo delle arti liberali, Isidoro di Siviglia compone le Etimologie, una breve enciclopedia del sapere antico. Papa Gregorio Magno si impegna nella formazione educativa delle gerarchie ecclesiastiche, recuperando in chiave cristiana il sapere antico, e nella istruzione dei fedeli anche con il ricorso alle immagini e alla musica. Carlo magno imprime un forte impulso alla rinascita della cultura e all'istruzione, dando vita al fenomeno della rinascita carolingia. Il suo scopo è la formazione di un personale di governo adeguato e di un sapere religioso omogeneo all'interno dell'impero.

BENEDETTO DA NORCIA E CASSIODORO: IL MONACHESIMO OCCIDENTALE

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Dopo l'editto di Costantino che ha concesso a tutti di onorare le proprie divinità, e il successivo editto di Tessalonica che  ha proclamato il cristianesimo religione di Stato, la chiesa assume un ruolo fondamentale.  Spesso, a partire dal V-VI secolo è la chiesa a dover garantire l'istruzione.  Nato in Oriente, il monachesimo si esprime come desiderio da parte di laici di imitare Cristo. è l'esperienza di vita di eremiti, chiamati anacoreti, che si allontanano dalla vita mondano per vivere in solitudine la loro vita ascetica. In seguito in comunità con regole di vita. nel VI secolo il movimento si diffonde. La Regola di Benedettino è ispirata a un principio di moderazione: malati e infermi devono svolgere anch'essi qualche attività. Al lavoro manuale i monaci alternano la preghiera e il lavoro intellettuale. In tal modo i monaci benedettini contribuiscono alla salvaguardia del patrimonio culturale dell'occidente. Marco Aurelio Cassidor

LA SCUOLA NELL'ISLAM

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L'Arabia pre-islamica era abitata soprattutto da tribù di beduini. Il Paese si unì grazie dalla diffusione di una nuova fede, l'Islam. Predicata dal profeta Maometto, che presentò questa religione come il perfezionamento dell'ebraismo e del cristianesimo. I 5 pilastri del Corano (libro sacro dell'Islam) sono la professione di fede, la preghiera, la carità, il digiuno nel mese di ramadan e il pellegrinaggio .  Nel mondo dell'islam l'istruzione si basa in 3 livelli : - primaria  - secondaria - superiore  Lo studio del Corano è di particolare importanza . ISTRUZIONE PRIMARIA : scuole elementari,  ovvero kuttab o maktub, nelle quali l'istruzione è basata sulla memorizzazione dei versetti del Corano, la conoscenza della lingua araba, la grammatica e i calcoli.  ISTRUZONE SECONDARIA : fase di transizione e specializzazione, si acquisiscono abilità manuali e competenze specifiche. ISTRUZIONE SUPERIORE : riserv